Benvenuti a tutti...

"Non c’è uomo che non possa bere o mangiare, ma sono in pochi in grado di capire

che cosa abbia sapore"

- Confucio -

mercoledì 11 dicembre 2013

Il peperone: dall’America è arrivato piccante e la Basilicata l’ha reso “crusco”!


Compare sulle tavole europee nel XVI secolo dall’America del Sud; con un gusto deciso conquista la tavola della cucina popolare più che quella degli aristocratici, poiché il suo gusto primordiale piccante e pungente era poco consono al palato dei nobili: parliamo del PEPERONE. Col tempo il lavoro di selezione degli agricoltori ci ha permesso di apprezzare molto di più la sua variante dolce e oggi sono numerose le varietà in circolazione e la sua coltivazione è largamente diffusa a livello mondiale. Della pianta del peperone viene consumato solamente il frutto, una bacca cava e carnosa che, a completa maturazione dei semi, assume una colorazione principalmente gialla, rossa o verde. Il peperone è un alimento con un alto contenuto di VITAMINA C e PROVITAMINA A e il suo consumo regolare costituisce un’eccellente profilassi contro l’aterosclerosi, ma per sfruttarne appieno l’eccezionale apporto vitaminico si dovrebbe rivalutare maggiormente il consumo crudo, magari utilizzandolo come ingrediente in fresche e gustose insalate. In cucina si presta a diverse preparazioni, può essere servito: fritto, farcito, crudo o cotto o usato come spezia in formato granulare; ma può anche essere anche sottoposto a conservazione sott’olio (previa cottura in aceto o acqua per prevenire azioni batteriche) e sott’aceto. La Basilicata vanta la produzione di un ecotipo tutto lucano: il “Peperone crusco” che ottiene caratteristiche particolari esaltate dalle condizione pedoclimatiche del territorio e dalle tecniche colturali tradizionali. I Peperoni, una volta maturi, sono ideali per essere essiccati; vengono infatti legati tra loro con un filo spesso di cotone formando delle lunghe catenelle e vengono appesi a esposizione indiretta ai raggi del sole in luoghi areati. Grazie ad un passaggio rapidissimo nel forno si trasformano nei famosi “peperoni cruschi “ (peperoni croccanti) che poi vengono fritti in olio di oliva
e utilizzati per condire piatti a base di baccalà bollito e patate lesse. Tenendo presente la possibilità di consumarlo crudo, possiamo definire tale ortaggio a prova di bilancia visto il suo bassissimo apporto calorico: circa 27calorie per 100grammi di peperoni verdi. E’ perciò indicato in caso di diete e regimi alimentari ipocalorici. Il consiglio: sceglietelo sodo al tatto e con la pelle lucida e tesa, priva di ammaccature e conservatelo in frigorifero per non oltre una settimana.

martedì 3 dicembre 2013

giovedì 30 maggio 2013

I nostri prodotti in Cina

Momenti di degustazione e presentazione del nostro prodotto in Cina, fatte nel Dicembre 2012 dal nostro partner per la Cina Brimia Srl : www.brimia.it



Le fave

Confezionate in buste da 500 gr. 
Uso e consumo:
In commercio troveremo sia fave fresche che fave secche.
La fava fresca, si presenta sempre avvolta nel suo baccello, che deve essere croccante alla rottura e senza macchie, di un bel colore verde vivo e lucido. Per essere consumata, la fava fresca va tolta dal baccello e poi si deve procedere nell'eliminazione dell'escrescenza posta lateralmente alla fava (sul cosiddetto occhio).
La fava secca, al momento dell’acquisto, si può trovare sia dotata di buccia che già priva della buccia che ricopre ogni singolo seme; le fave con la buccia hanno bisogno di un ammollo di 16-18 ore, mentre se si parla di fave secche senza buccia (di colore bianco-giallastro), l'ammollo durerà solo 8 ore.
Il suo colore sarà, in quest’ultimo caso, bianco o di un giallo molto chiaro. 


Le fave fresche sono molto delicate, si conservano in frigorifero al massimo 2-3 giorni; in alternativa, possiamo sbollentarle (all'incirca per 4-5 min), farle raffreddare, riporle in sacchetti ben chiusi e congelarle.
Le fave secche invece, si conservano per molto tempo in contenitori ben chiusi e posti in un luogo asciutto.
La fava si può consumare sia cotta che cruda.Cruda, si accompagna generalmente con del formaggio pecorino, pancetta o salame; cotta è usata invece per la preparazione di zuppe e minestre.
In Spagna un piatto tipico cucinato con le fave è la fabada, (salsiccia in umido), in cui le fave sostituiscono i fagioli, nella preparazione.

Proprietà: 
Le fave sono ricche di proteine, fibre, vitamine (A, B, C, K, E, PP) e Sali minerali, importanti per la loro azione di drenaggio e forniscono al nostro organismo una buona quantità di potassio, magnesio, ferro, selenio, rame e zinco
I dietologi ci ricordano inoltre che tra i legumi, le fave risultano essere meno caloriche (37 calorie per 100 grammi).
Ma attenzione, questi numeri riguardano le fave fresche, perché con quelle secche l’apporto calorico sale vertiginosamente.
Esiste una grave forma di intolleranza alle fave, una vera e propria malattia, genetica, ereditaria e che si chiama favismo: essa è dovuta alla mancanza di un particolare enzima nei globuli rossi (si manifesta con una grave forma di anemia provocata dall'ingestione delle fave).

Curiosità: 
La fava è il frutto di una pianta erbacea (Vicia faba) che appartiene alla famiglia delle Leguminose, e si pensa sia di origini asiatiche; predilige le temperature fresche e cresce in regioni temperate, come quelle mediterranee.
La fava cresce in baccelli di circa 15-25 cm che si presentano con l’estremità appuntita: all’interno del baccello, rivestito da uno strato spugnoso, si trovano i semi grossi e piatti, avvolti da un tegumento (pelle), che a seconda della numerose varietà, può essere di colore verde, rossastro o violaceo.
La fava si dice sia originaria dell’Africa settentrionale e in Cina, già 5.000 anni fa, veniva usata come alimento; successivamente la sua coltivazione si diffuse anche tra gli Egizi, i Greci e i Romani.
In America le fave vennero introdotte dopo la scoperta di Cristoforo Colombo e tutt’ora si coltivano ampiamente nelle regioni dell’America latina. Si pensa che le fave, non avendo la necessità di essere cotte per essere consumate, siano state tra i primi legumi che l’uomo abbia mangiato, addirittura prima del 3000 a.C.
Si sono trovate delle fave nei resti di villaggi neolitici in Svizzera, come in tombe egiziane risalenti al 2400 a.C.
Il celebre Pitagora proibiva ai propri discepoli di mangiare le fave, in quanto vedeva nelle macchie nere presenti nei loro fiori, il simbolo infernale della presenza delle anime dei morti (il nero è colore abbastanza raro nei vegetali); 
Arisotele, invece, ne decantava le virtù.
Tra i romani le fave ebbero un grande successo, 
tanto che venivano mangiate anche crude assieme al baccello quando erano particolarmente tenere; una delle famiglie (gentes) più importanti della storia di Roma, cioè i Fabi, si dice che prese il proprio nome dalla fava.
Ma nell’epoca imperiale la fava subì un crollo e divenne il cibo di mero appannaggio delle classi povere; trovò il suo declino verso il Cinquecento, con l’arrivo del più versatile fagiolo, venuto dall’America.

martedì 28 maggio 2013

Minestra di riso, lenticchie e peperoni cruschi

Ricetta presa dalla gentilissima Jo  .. che ringrazio ancora...

Ingredienti per 4 persone:  
150 g lenticchie
200 g riso
3 peperoni cruschi
1 scalogno grande
olio evo
sale, pepe

Procedimento: 
Affetto sottile lo scalogno sbucciato e poi lo faccio sudare con un velo d'olio in una pentola.
Quando sta per colorirsi metto i cruschi, tagliati sottili con un paio di forbici completi dei loro semi, poi verso le lenticchie, le mescolo e le lascio insaporire 5' poi le bagno con 1 litro di acqua bollente salata, abbasso la fiamma e le faccio cuocere piano per 20'.
Quindi metto il riso e aggiungo pian piano altra acqua bollente sino a che non è cotto al dente.
Spengo, regolo di sale lasciando la minestra appena un po' brodosa, condisco con formaggio a piacere e porto in tavola assieme al macinapepe e completo con un filino d'olio.

Le lenticchie

Confezionate in buste da 500 gr. 
Uso e consumo: 
La prima cosa importante da sottolineare è che la consumazione delle lenticchie deve avvenire previa cottura, poiché a crudo il prodotto non è digeribile a causa della presenza di fattori anti digestivi che vengono distrutti dal calore. Sono facilmente conservabili ed hanno un costo basso per cui vengono consumate da sempre in molte nazioni, specialmente in Italia, dove è consuetudine mangiarle durante la cena dell’ultimo dell’anno come buon auspicio (specialmente dal punto di vista economico) per “garantirsi” un futuro prosperoso.
Quando è possibile, è opportuno scegliere le lenticchie secche, rispetto a quelle in scatola, perché sono più ricche di principi nutritivi e prive di conservanti. Sicuramente quelle in scatola sono più pratiche e più veloci da cucinare, ma è anche importante ricordare che cuocere questo legume è piuttosto facile e poco impegnativo: basta mantenere le lenticchie “in ammollo” (minimo 4 ore ma il massimo sarebbe arrivare a 12) aggiungendo del bicarbonato (un cucchiaio per ogni litro d’acqua). A contatto con l’acqua, il bicarbonato si scioglie liberando anidride carbonica e acqua, quindi il calcio si deposita sul fondo e sulla superficie dei legumi contenuti nella pentola, indurendone la superficie e rallentandone la cottura. Ecco perché viene utilizzato il bicarbonato: per aumentare la concentrazione degli ioni bicarbonato, che hanno il compito di evitare la formazione della pellicola sulla superficie dei legumi, rendendoli poco gradevoli.
Un importante accortezza da non trascurare è quella di dosare bene l’acqua quando si cucinano, in modo da evitare la perdita di vitamine e preziosi sali minerali. Per questo motivo è opportuno usare una quantità d’acqua adeguata (l’acqua deve coprire abbondantemente le lenticchie fino a ricoprirle tutte) e per quanto riguarda la cottura, l’ideale sarebbe poterle tenere sul fuoco (lento) per circa mezz'ora o poco più.


Proprietà: 

Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo e contengono circa il 25% di proteine, il 53% di carboidrati e il 2% di olii vegetali. Sono anche ricche di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Inoltre hanno anche un alto contenuto proteico, una buona quantità di zuccheri e una scarsa quantità di grassi, oltre ad essere ricche di vitamine, sali minerali e fibre. Sono molto indicate nella prevenzione dell’arteriosclerosi poiché i pochi grassi in esse contenute sono di tipo insaturo. La grande quantità di fibre le rendono molto importanti e utili per il funzionamento dell’apparato intestinale e per tenere sotto controllo il livello del colesterolo. Ma non è tutto: le lenticchie contengono anche soflavoni, sostanze che “puliscono” l’organismo. Gli esperti consigliano di consumarle soprattutto in virtù delle loro proprietà antiossidanti che agiscono positivamente sugli inquinanti a cui tutti siamo soggetti. Le lenticchie sono anche molto ricche di tiamina, utile per migliorare i processi di memorizzazione, mentre il contenuto consistente di vitamina PP fa sì che esse abbiano anche la proprietà di fungere da potente equilibratore del sistema nervoso, con azione antidepressiva e antipsicotica. Infine, sono molto indicate per tutti coloro che necessitano di ferro, mentre sono assolutamente controindicate nei soggetti iperuricemici. 

Curiosità
Le lenticchie, alimento base per i popoli nomadi fin dal Neolitico, assumono fin dalla coltivazione un significato ben augurale. La loro coltivazione inizia nelle terre dell’antico Egitto diventando subito un alimento nutriente di piccole dimensioni ma di grande spessore nell'arte del cibare. Dall'Egitto già nel 525 a.C. e precisamente dall'antichissima Pelusio sul Nilo che un mito vuole patria del grande Achille, si racconta che le navi egizie rifornivano regolarmente i porti di Grecia ed Italia di lenticchie. E da qui la lenticchia oltre che alimento diventa anche elemento d’ interpretazioni. Le lenticchie nell'antichità furono collegate simbolicamente anche alla morte. Basta rileggere il notissimo episodio scritto nel libro della Genesi dove ci racconta di Esaù che rientrato affamato dalla campagna, vide Giacobbe che aveva cotto un piatto di lenticchie. Quando gli chiese da mangiare poiché era sfinito, Giacobbe chiese in cambio la primogenitura, e Esaù accettò). Quindi abdica a favore del fratello, di essere lui il padre, la guida ed il Re degli ebrei, combinando una compravendita cosi sfavorevole all'uno, quanto favorevole all'altro. E’ il primo cibo preparato dall’uomo del quale si ha testimonianza scritta, non meno di 4000 anni fa. Parafrasie che si usa ancora quotidianamente nei modi di dire, delle persone che si vendono per poco, per un piatto di lenticchie appunto, che significa ricevere un valore bassissimo rispetto a quello che si dà in cambio. Da allora l’antica tradizione ebraica impone che gli Ebrei mangino lenticchie quando sono in lutto, in ricordo di Esaù per aver svenduto quanto aveva di più prezioso. Per millenni la lenticchia risulta uno dei prodotti più importanti nell’agricoltura e nel commercio del Mediterraneo e alimento fra i più comuni ed apprezzati ad Atene come a Roma. Di quale sublime devozione era tenuta la lenticchia basterebbe conoscere la storia della colonna egizia del colonnato di Piazza S. Pietro, portato a Roma nel I secolo per volere di Caligola, l’obelisco attraversò il Mediterraneo su una nave immerso e protetto da un carico di lenticchie. 
Ancora nei secoli dopo le lenticchie torneranno a tormentare i sogni adducendo fortuna o lutti a seconda di chi interpretava e gradiva questo piccolo legume. Nel Medioevo i ceti più abbienti, i nobili ricchi relegarono il consumo delle lenticchie alla mensa dei poveri, servite e mangiate quasi esclusivamente nei conventi e fra la gente, umile ma dotta, che diede alla lenticchia il ruolo che meritava, nutrire bene, piacere e costare poco. 
 In Francia al tempo di Luigi XIV le lenticchie venivano date come cibo ai cavalli ed erano considerate un cibo pessimo. Come tutti gli alimenti e gli elementi destinati all’eternità la moda non ne intacca le virtù né li seppellisce. Cosi la lenticchia ha attraversato la simbologia del tradimento legandosi ai Patriarchi ed accompagnato lutti e morti, tormentato sogni e ricevuti superficiali giudizi da gente di spessore nobile ma leggera di gusto.
Annotiamo infine una curiosa credenza popolare sulle lenticchie. In quanto di piccole dimensioni, a parità di peso con altri legumi, si presentano nel piatto in numero maggiore. Perciò mangiare lenticchie nel primo giorno dell'anno, induce la famiglia a sperare di guadagnare un pari numero di monete d’oro.

lunedì 27 maggio 2013

Polenta con peperoni cruschi e salsiccia

Ingredienti per 4 persone: 
Polenta fredda a scondita 
4 peperoni secchi
2 peperoni cruschi per la decorazione
200 gr. di salsiccia fresca 
2 spicchi d'aglio
olio evo
4 cucchiai di parmigiano grattugiato

Procedimento: 
Fate rosolare nella padella l'aglio, la salsiccia fresca e i peperoni cruschi, privati di semini interni e piccioli e spezzettati con le mani, aggiungete la polenta che man mano romperete  con una forchetta, girando e rigirando,spolverate con del parmigiano grattugiato e continuate a girare finché si formerà una bella crosticina colorata.
Servitela calda con dei peperoni sbriciolati sopra. 
Non è una ricetta molto ricca ma il profumo che i cruschi sprigioneranno sfrigolando nell'olio è avvolgente e stuzzicante......da provare!
Fonte: http://www.petitchef.it/

mercoledì 22 maggio 2013

Trasformazione peperone crusco in polvere

Oggi faremo un viaggio nel mondo del peperone crusco e della profumatissima polvere ricavata da esso. 





I peperoni vengono sfilati dalle famose "inserte". 











Viene tagliata la punta e il gambo e tagliati lateralmente per eliminare tutti i semi . 










I peperoni vengono  portati nell' opificio addetto alla macinatura e viene macinato senza aggiungere conservanti. 






















Dopodiché la polvere viene portata in magazzino pronta per essere confezionata in bustina da  50/500 gr.   















.... E i semi?















E ai semi viene fatto un trattamento batteriologico per disinfettarli e per evitare che 
prenda malattie durante la vegetazione in campo... si, perché da questi semi nasceranno le piantine di peperone per la campagna 2013..












PRONTI PER LA PRODUZIONE DEL PEPERONE CRUSCO 2013... 

martedì 21 maggio 2013

Torta di cioccolato con peperoncino

Il magnifico sapore del cioccolato e  quel pizzico di  piccante del peperoncino, regalano a questa insolita torta, un sapore unico! PROVARE PER CREDERE... :) 

Ingredienti: 
300 gr. di cioccolato fondente in tavoletta
130 gr. di burro
150 gr. di zucchero semolato
6 uova
1/2 cucchiaino di peperoncino in
polvere
1 cucchiaino di cacao amaro
1 pizzico di sale




Procedimento: 
Sgusciare le uova dividendo i tuorli dagli albumi.
Accendere il forno statico a 180°
In una ciotola montare a crema i tuorli con lo zucchero.
In un’altra ciotola montare a neve, con il sale, gli albumi.
In un pentolino con poca acqua calda, mettervi un’altro pentolino all’interno con il cioccolato spezzettato, a fondere mescolando di tanto in tanto finchè è ben sciolto.
Nel Micro o in un’altro pentolino, fondere anche il burro. 

Unire il cioccolato fuso ed il burro alla crema di uova, mescolare bene con energia, poi unire il peperoncino ed infine gli albumi a neve, mescolando con delicatezza per non smontarli.
Versare l’impasto in uno stampo unto e infarinato ( io ho usato uno stampo da plumcake di silicone)  e  infornare per 40′ a 180°, poi trascorso questo tempo abbassare la temperatura a 120° e cuocere  per altri 50′.
A cottura lasciare raffreddare, sformare e cospargere la torta con il cacao amaro da un setaccino.
Servire con ciuffi di panna  montata.
Fonte: http://blog.giallozafferano.it/silvanaincucina/

Gnocchetti di patate con broccoli, cruschi e semi di zucca

Ricetta della gentilissima Jo . 

Ingredienti: 
1 kg di chicche
2 porri piccoli
400 g broccoli
6 peperoni cruschi
30 g semi di zucca
20 g capperi al sale
1 cucchiaio di 'nduja
olio evo




Procedimento: 
Pulisco i broccoli, li lavo e li divido in cimette che scotto in acqua bollente salata per circa 10'.
Li scolo e li trito grossolanamente.
Prendo un padellino e tosto i semi di zucca facendo attenzione a non bruciarli.
In un piccolo cutter trito i cruschi e i semi di zucca.
Pulisco i porri eliminando le foglie esterne e un po' della parte verde, li affetto poi li metto a rosolare in una grande padella con la 'nduja e un filo di olio.
Metto i capperi dissalati e tritati.
Aggiungo i broccoli e li lascio insaporire una decina di minuti bagnandoli con un po' della loro acqua di cottura.
Scaldo l'acqua salata per cuocere gli gnocchi e li lesso scolandoli appena vengono a galla.
Li metto direttamente nella padella col sugo, aggiungo un po' della loro acqua di cottura per amalgamare bene il condimento poi li porziono nei piatti spolverandoli con il trito aromatico.
A parte metto in tavola del formaggio grattugiato.


martedì 14 maggio 2013

Torta di zucchine e peperoni cruschi

E vi propongo una nuova ricetta molto semplice e veloce della gentilissima Donatella
                               Torta di zucchine e peperoni cruschi 

Ingredienti: 
10 zucchine novelle
3 peperoni cruschi bio
2 uova bio
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 cucchiaio di olio evo
1 cucchiaio di trito di prezzemolo, menta, basilico
Sale e pepe

Procedimento: 
Accendere il forno a 180°.
Tagliare le zucchine a julienne (o tritarle grossolanamente nel mixer) e i peperoni cruschi a pezzetti con le mani.In una ciotola amalgamare tutti gli ingredienti , versare il composto ottenuto in uno stampo a cerniera Ø 20 foderato con carta forno e cuocere per  mezz’ora .






















Cornetti salati di peperoni cruschi...

E poi navigando alla ricerca di una nuova ricetta incontri nuove persone, tipo Valentina, davvero simpatica e tra l'altro lucana come me.... che ci propone una ricetta deliziosa, molto semplice ma gustosissima: 

I CORNETTI SALATI.... velocissimi da preparare, naturalmente se si utilizza la pasta sfoglia pronta fresca. Infatti possono essere consumati sia come aperitivo sfizioso, ma anche snack salato o addirittura per una cena diversa, con tutti i ripieni che si vogliono, vegetariani o con salumi di ogni tipo...a piacere!

Ingredienti
- 1 confezione di pasta sfoglia fresca rotonda
- scamorza a pezzettini
- mortadella a pezzettini
- olive nere

Preparazione
E' semplicissimo e soprattutto ci si può mettere dentro qualsiasi cosa, l'importante è non riempirli troppo altrimenti si bucano.
Naturalmente se fate voi la pasta sfoglia verranno più buoni e potrete anche congelarli con il ripieno e cuocerli quando volete.




Iniziate tagliando la sfoglia in 2 metà e ricavate 8 triangoli e praticate una piccola incisione al centro della base di ogni triangolo e allargatela leggermente.
 




Inserite il ripieno, non troppo alla base, io ho messo dei dadini di scamorza, delle olivette nere sgusciate ed alcuni li ho fatti con dadini di mortadella, spolverando il tutto con delle scagliette di peperoni cruschi!io li adoro!!








Arrotolateli a mo' di cornettini ed infornate per 20 minuti a 180°!!










ed eccoli, appena sfornati!!! 








Fonte:http://22yearsofmode.blogspot.fr/

venerdì 10 maggio 2013

Riso con rape, baccalà e peperoni cruschi

Ingredienti per 4 persone:
300 gr di riso Carnaroli;
250 gr di baccalà spugnato con la    pelle;
1 mazzo di cime di rapa;
uno spicchio di aglio rosso;
olio extravergine di oliva q.b.;
olio di semi q.b.;
1 sedano;
1 carota;
1 cipolla;
pepe bianco q.b.;

Procedimento: 

Mettete sul fuoco una pentola capiente in cui riporrete la carota, la cipolla ed il sedano, riempendola con due litri d’acqua in modo da avere un brodo con cui cuoceremo il riso.
Appena verrà ad ebollizione posto in un colino o uno scolapasta appoggiate il baccalà in acqua per 3 minuti, poi scolatelo e pulitelo dalle lische e dalla pelle che utilizzeremo nel riso.
La polpa, invece, la terrete da parte per mantecare il risotto. In una casseruola stretta e alta mettete un filo di olio e rosolate lo spicchio di aglio, appena dorato eliminatelo e versate il riso facendolo tostare.
Continuate a girarlo a fiamma medio bassa fin quando toccando i chicchi saranno ben caldi, a questo punto versate un mestolo di brodo e alzate la fiamma; quando sobbolle bene aggiungete altro brodo fino a coprire il riso per un centimetro abbondante e fate cuocere per 9 minuti   aggiungendo una presa di sale grosso.
Rimestate di tanto in tanto stando attenti che non si secchi, nel caso aggiungere altro brodo, trascorsi i dieci minuti aggiungete le foglie di rape tritate finemente e le cimette intere e continuate la cottura per altri 4 minuti, poi spegnete il fuoco.
Il riso non deve essere troppo asciutto, aggiungete il baccalà, 3 cucchiai di olio extravergine, una macinata di pepe bianco e fate riposare per due minuti. Nel frattempo friggete in olio di semi i filetti di peperoni cruschi per pochi secondi e poi scolateli, devono essere rossi e croccanti.
Impiattate il riso  e guarnitelo con i peperoni.
Fonte: http://www.rosmarinonews.it/

lunedì 29 aprile 2013

Pizza con... peperoni cruschi e salame

Ingredienti per l'impasto : 
150 gr. manitoba 
250 gr. farina 0 per pizza 
12 gr. sale fino  
2,5 gr. lievito di birra secco 
1 cucchiaino di zucchero  
310 gr. acqua minerale naturale  
1 cucchiaio di olio e.v.o.
_____________________________
1 confezione di pelati da 400 gr. 
1 mozzarella fiordilatte da 250 gr.  
130 gr. gorgonzola 
1/2 tazza di brodo vegetale 
1 scalogno 
60 gr. salamino piccante
2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato 
1/2 cucchiaino di triplo concentrato di pomodoro
zucchero - sale - pepe nero - origano - timo
santoreggia - prezzemolo - olio e.v.o

Preparazione per l'impasto
in una grande zuppiera, setacciare le farine, unirvi il sale e mescolare.
Aggiungere lo zucchero, il lievito di birra secco, l'acqua e l'olio. Mescolare sino ad avere un composto omogeneo. Far riposare coperto con pellicola per 10 minuti.
Impastare velocemente l'impasto così ottenuto su un'asse spolverato di semola, dando solo 4 o 5 pieghe.
Mettere l'impasto in una grande ciotola, coprire con pellicola trasparente e far riposare in frigorifero per una giornata (24 ore circa).  
Poi... :
Scolare la mozzarella, strizzarla e poi tagliarla a dadi. Cospargerli di formaggio grattugiato.
Scolare i pelati, strizzarli e poi insaporirli con sale, pepe ed origano.
Togliere ai peperoni il picciolo e i semi. Poi farli rinvenire per una decina di minuti in acqua calda.
Scolarli, strizzarli bene e tagliarli a pezzi.
Rosolare lo scalogno tritato con l'aglio in camicia schiacciato e un filo di olio e.v.o. Unirvi i peperoni e farli insaporire. Salare leggermente e bagnare con mezza tazza di brodo vegetale. Aggiungere anche il concentrato di pomodoro ed un pizzico di zucchero. Portare a cottura. Regolare di sapore con sale e pepe e profumare con timo, santoreggia e prezzemolo tritati. Eliminare l'aglio.
Stendere la pasta e farla riposare per un'ora nella teglia ricoperta con carta forno.
Cuocere il guscio di pasta per 7 minuti a 250°C ventilato, nella parte medio-bassa.
Quindi farcire con i pelati, la mozzarella, il gorgonzola, i peperoni e il salamino.
Rimettere in forno per altri 6/7 minuti nella parte centrale.

mercoledì 17 aprile 2013

Broccoli e peperoni cruschi

Ingredienti per 4 persone:
1 kg di broccoli freschi
2 spicchi di aglio
peperoncino q.b. se gradito
olio evo q.b.
sale

Procedimento:
Pulire i broccoli: eliminare le foglie dure, con un coltello staccare le cimette e le foglie tenere. Lavare con cura sotto l’acqua corrente. Far sgocciolare in uno scolapasta.
Portare a bollore dell’acqua salata  e versare i broccoli e le foglie tenere. Far lessare per pochi minuti. Conserveranno intatte quasi tutte le loro proprietà.
Spegnere la fiamma ed eliminare un po’ di acqua di cottura ( i broccoletti dovranno essere coperti dalla loro acqua).
Lavare e asciugare con cura i peperoni cruschi.
In un tegame fra scaldare un filo di olio evo e far rosolare l’aglio sbucciato, i peperoni cruschi divisi a metà e, se gradito, il peperoncino piccante. Appena saranno dorati versare il tutto nella pentola del broccoli.
Mescolare per insaporire bene. Regolare di sale.
Servire i broccoli caldi con il saporitissimo brodetto.