Momenti di degustazione e presentazione del nostro prodotto in Cina, fatte nel Dicembre 2012 dal nostro partner per la Cina Brimia Srl : www.brimia.it
Benvenuti a tutti...
"Non c’è uomo che non possa bere o mangiare, ma sono in pochi in grado di capire
che cosa abbia sapore"
- Confucio -
giovedì 30 maggio 2013
Le fave
Confezionate in buste da 500 gr.
Uso e consumo:
In commercio troveremo sia fave fresche che fave secche.
Uso e consumo:
In commercio troveremo sia fave fresche che fave secche.
La fava fresca, si presenta sempre avvolta nel suo baccello, che deve essere croccante alla rottura e senza macchie, di un bel colore verde vivo e lucido. Per essere consumata, la fava fresca va tolta dal baccello e poi si deve procedere nell'eliminazione dell'escrescenza posta lateralmente alla fava (sul cosiddetto occhio).
La fava secca, al momento dell’acquisto, si può trovare sia dotata di buccia che già priva della buccia che ricopre ogni singolo seme; le fave con la buccia hanno bisogno di un ammollo di 16-18 ore, mentre se si parla di fave secche senza buccia (di colore bianco-giallastro), l'ammollo durerà solo 8 ore.
Il suo colore sarà, in quest’ultimo caso, bianco o di un giallo molto chiaro.
Le fave fresche sono molto delicate, si conservano in
frigorifero al massimo 2-3 giorni; in alternativa, possiamo sbollentarle
(all'incirca per 4-5 min), farle raffreddare, riporle in sacchetti ben chiusi e
congelarle.
Le fave secche invece, si conservano per molto tempo in contenitori
ben chiusi e posti in un luogo asciutto.
La fava si può consumare sia cotta che cruda.Cruda, si
accompagna generalmente con del formaggio pecorino, pancetta o salame; cotta è
usata invece per la preparazione di zuppe e minestre.
In Spagna un piatto tipico cucinato con le fave è la fabada,
(salsiccia in umido), in cui le fave sostituiscono i fagioli, nella
preparazione.
Le fave sono ricche di proteine, fibre, vitamine (A, B, C,
K, E, PP) e Sali minerali, importanti per la loro azione di drenaggio e forniscono
al nostro organismo una buona quantità di potassio, magnesio, ferro, selenio,
rame e zinco
I dietologi ci ricordano inoltre che tra i legumi, le fave
risultano essere meno caloriche (37 calorie per 100 grammi ).
Ma attenzione, questi numeri riguardano le fave fresche,
perché con quelle secche l’apporto calorico sale vertiginosamente.
Esiste una grave forma di intolleranza alle fave, una vera e
propria malattia, genetica, ereditaria e che si chiama favismo: essa è dovuta
alla mancanza di un particolare enzima nei globuli rossi (si manifesta con una
grave forma di anemia provocata dall'ingestione delle fave).
La fava è il frutto di una pianta erbacea (Vicia faba) che
appartiene alla famiglia delle Leguminose, e si pensa sia di origini asiatiche;
predilige le temperature fresche e cresce in regioni temperate, come quelle
mediterranee.
La fava cresce in baccelli di circa 15-25 cm che si presentano con
l’estremità appuntita: all’interno del baccello, rivestito da uno strato
spugnoso, si trovano i semi grossi e piatti, avvolti da un tegumento (pelle),
che a seconda della numerose varietà, può essere di colore verde, rossastro o
violaceo.
La fava si dice sia originaria dell’Africa settentrionale e
in Cina, già 5.000 anni fa, veniva usata come alimento; successivamente la sua
coltivazione si diffuse anche tra gli Egizi, i Greci e i Romani.
In America le fave vennero introdotte dopo la scoperta di
Cristoforo Colombo e tutt’ora si coltivano ampiamente nelle regioni
dell’America latina. Si pensa che le fave, non avendo la necessità di essere
cotte per essere consumate, siano state tra i primi legumi che l’uomo abbia
mangiato, addirittura prima del 3000
a .C.
Si sono trovate delle fave nei resti di villaggi neolitici
in Svizzera, come in tombe egiziane risalenti al 2400 a .C.
Il celebre Pitagora proibiva ai propri discepoli di mangiare
le fave, in quanto vedeva nelle macchie nere presenti nei loro fiori, il
simbolo infernale della presenza delle anime dei morti (il nero è colore
abbastanza raro nei vegetali);
Arisotele, invece, ne decantava le virtù.
tanto che venivano mangiate anche crude assieme al baccello quando erano particolarmente
tenere; una delle famiglie (gentes) più importanti della storia di Roma, cioè i
Fabi, si dice che prese il proprio nome dalla fava.
Ma nell’epoca imperiale la fava subì un crollo e divenne il
cibo di mero appannaggio delle classi povere; trovò il suo declino verso il Cinquecento,
con l’arrivo del più versatile fagiolo, venuto dall’America.
martedì 28 maggio 2013
Minestra di riso, lenticchie e peperoni cruschi
Ricetta presa dalla gentilissima Jo .. che ringrazio ancora...
Ingredienti per 4 persone:
3 peperoni cruschi
1 scalogno grande
olio evo
sale, pepe
Affetto sottile lo scalogno sbucciato e poi lo faccio sudare
con un velo d'olio in una pentola.
Quando sta per colorirsi metto i cruschi, tagliati sottili
con un paio di forbici completi dei loro semi, poi verso le lenticchie, le
mescolo e le lascio insaporire 5' poi le bagno con 1 litro di acqua bollente
salata, abbasso la fiamma e le faccio cuocere piano per 20'.
Quindi metto il riso e aggiungo pian piano altra acqua
bollente sino a che non è cotto al dente.
Spengo, regolo di sale lasciando la minestra appena un po'
brodosa, condisco con formaggio a piacere e porto in tavola assieme al
macinapepe e completo con un filino d'olio.
Le lenticchie
Confezionate in buste da 500 gr.
La prima cosa importante da sottolineare è che la
consumazione delle lenticchie deve avvenire previa cottura, poiché a crudo il
prodotto non è digeribile a causa della presenza di fattori anti digestivi che
vengono distrutti dal calore. Sono facilmente conservabili ed hanno un costo
basso per cui vengono consumate da sempre in molte nazioni, specialmente in
Italia, dove è consuetudine mangiarle durante la cena dell’ultimo dell’anno
come buon auspicio (specialmente dal punto di vista economico) per “garantirsi”
un futuro prosperoso.
Quando è possibile, è opportuno scegliere le lenticchie
secche, rispetto a quelle in scatola, perché sono più ricche di principi nutritivi
e prive di conservanti. Sicuramente quelle in scatola sono più pratiche e più
veloci da cucinare, ma è anche importante ricordare che cuocere questo legume è
piuttosto facile e poco impegnativo: basta mantenere le lenticchie “in ammollo”
(minimo 4 ore ma il massimo sarebbe arrivare a 12) aggiungendo del bicarbonato
(un cucchiaio per ogni litro d’acqua). A contatto con l’acqua, il bicarbonato
si scioglie liberando anidride carbonica e acqua, quindi il calcio si deposita
sul fondo e sulla superficie dei legumi contenuti nella pentola, indurendone la
superficie e rallentandone la cottura. Ecco perché viene utilizzato il
bicarbonato: per aumentare la concentrazione degli ioni bicarbonato, che hanno
il compito di evitare la formazione della pellicola sulla superficie dei
legumi, rendendoli poco gradevoli.
Un importante accortezza da non trascurare è quella di
dosare bene l’acqua quando si cucinano, in modo da evitare la perdita di
vitamine e preziosi sali minerali. Per questo motivo è opportuno usare una
quantità d’acqua adeguata (l’acqua deve coprire abbondantemente le lenticchie
fino a ricoprirle tutte) e per quanto riguarda la cottura, l’ideale sarebbe
poterle tenere sul fuoco (lento) per circa mezz'ora o poco più.
Le lenticchie hanno un alto valore nutritivo e contengono
circa il 25% di proteine, il 53% di carboidrati e il 2% di olii vegetali. Sono
anche ricche di fosforo, ferro e vitamine del gruppo B. Inoltre hanno anche un
alto contenuto proteico, una buona quantità di zuccheri e una scarsa quantità
di grassi, oltre ad essere ricche di vitamine, sali minerali e fibre. Sono
molto indicate nella prevenzione dell’arteriosclerosi poiché i pochi grassi in
esse contenute sono di tipo insaturo. La grande quantità di fibre le rendono
molto importanti e utili per il funzionamento dell’apparato intestinale e per
tenere sotto controllo il livello del colesterolo. Ma non è tutto: le lenticchie
contengono anche soflavoni, sostanze che “puliscono” l’organismo. Gli esperti
consigliano di consumarle soprattutto in virtù delle loro proprietà
antiossidanti che agiscono positivamente sugli inquinanti a cui tutti siamo
soggetti. Le lenticchie sono anche molto ricche di tiamina, utile per
migliorare i processi di memorizzazione, mentre il contenuto consistente di
vitamina PP fa sì che esse abbiano anche la proprietà di fungere da potente
equilibratore del sistema nervoso, con azione antidepressiva e antipsicotica.
Infine, sono molto indicate per tutti coloro che necessitano di ferro, mentre
sono assolutamente controindicate nei soggetti iperuricemici.
Le lenticchie, alimento base per i popoli nomadi fin dal Neolitico,
assumono fin dalla coltivazione un significato ben augurale. La loro
coltivazione inizia nelle terre dell’antico Egitto diventando subito un
alimento nutriente di piccole dimensioni ma di grande spessore nell'arte del
cibare. Dall'Egitto già nel 525
a .C. e precisamente dall'antichissima Pelusio sul Nilo
che un mito vuole patria del grande Achille, si racconta che le navi egizie
rifornivano regolarmente i porti di Grecia ed Italia di lenticchie. E da qui la
lenticchia oltre che alimento diventa anche elemento d’ interpretazioni. Le
lenticchie nell'antichità furono collegate simbolicamente anche alla morte.
Basta rileggere il notissimo episodio scritto nel libro della Genesi dove ci
racconta di Esaù che rientrato affamato dalla campagna, vide Giacobbe che aveva
cotto un piatto di lenticchie. Quando gli chiese da mangiare poiché era
sfinito, Giacobbe chiese in cambio la primogenitura, e Esaù accettò). Quindi abdica a favore del fratello, di essere lui il padre,
la guida ed il Re degli ebrei, combinando una compravendita cosi sfavorevole
all'uno, quanto favorevole all'altro. E’ il primo cibo preparato dall’uomo del
quale si ha testimonianza scritta, non meno di 4000 anni fa. Parafrasie che si
usa ancora quotidianamente nei modi di dire, delle persone che si vendono per
poco, per un piatto di lenticchie appunto, che significa ricevere un valore
bassissimo rispetto a quello che si dà in cambio. Da allora l’antica tradizione
ebraica impone che gli Ebrei mangino lenticchie quando sono in lutto, in
ricordo di Esaù per aver svenduto quanto aveva di più prezioso. Per millenni la
lenticchia risulta uno dei prodotti più importanti nell’agricoltura e nel
commercio del Mediterraneo e alimento fra i più comuni ed apprezzati ad Atene
come a Roma. Di quale sublime
devozione era tenuta la lenticchia basterebbe conoscere la storia della colonna
egizia del colonnato di Piazza S. Pietro, portato a Roma nel I secolo per
volere di Caligola, l’obelisco attraversò il Mediterraneo su una nave immerso e
protetto da un carico di lenticchie.
Ancora nei secoli dopo le lenticchie torneranno a
tormentare i sogni adducendo fortuna o lutti a seconda di chi interpretava e
gradiva questo piccolo legume. Nel Medioevo i ceti più abbienti, i nobili
ricchi relegarono il consumo delle lenticchie alla mensa dei poveri, servite e
mangiate quasi esclusivamente nei conventi e fra la gente, umile ma dotta, che
diede alla lenticchia il ruolo che meritava, nutrire bene, piacere e costare
poco.
In Francia
al tempo di Luigi XIV le lenticchie venivano date come cibo ai cavalli ed erano considerate un cibo
pessimo. Come tutti gli alimenti e gli elementi destinati all’eternità la moda
non ne intacca le virtù né li seppellisce. Cosi la lenticchia ha attraversato
la simbologia del tradimento legandosi ai Patriarchi ed accompagnato lutti e
morti, tormentato sogni e ricevuti superficiali giudizi da gente di spessore
nobile ma leggera di gusto.
Annotiamo infine una curiosa credenza popolare sulle
lenticchie. In quanto di piccole dimensioni, a parità di peso con altri legumi,
si presentano nel piatto in numero maggiore. Perciò mangiare lenticchie nel
primo giorno dell'anno, induce la famiglia a sperare di guadagnare un pari
numero di monete d’oro.
lunedì 27 maggio 2013
Polenta con peperoni cruschi e salsiccia
Polenta fredda a scondita
4 peperoni secchi
2 peperoni cruschi per la decorazione
200 gr. di salsiccia fresca
2 spicchi d'aglio
olio evo
4 cucchiai di parmigiano grattugiato
Procedimento:
Fate rosolare nella padella l'aglio, la salsiccia fresca e i peperoni
cruschi, privati di semini interni e piccioli e spezzettati con le
mani, aggiungete la polenta che man mano romperete con una forchetta, girando e
rigirando,spolverate con del parmigiano grattugiato e continuate a girare
finché si formerà una bella crosticina colorata.
Servitela calda con dei peperoni sbriciolati sopra.
Non è una ricetta molto ricca ma il profumo che i cruschi
sprigioneranno sfrigolando nell'olio è avvolgente e stuzzicante......da
provare!
Fonte: http://www.petitchef.it/
Fonte: http://www.petitchef.it/
mercoledì 22 maggio 2013
Trasformazione peperone crusco in polvere
Oggi faremo un viaggio nel mondo del peperone crusco e della profumatissima polvere ricavata da esso.
I peperoni vengono sfilati dalle famose "inserte".
Viene tagliata la punta e il gambo e tagliati lateralmente per eliminare tutti i semi .
I peperoni vengono portati nell' opificio addetto alla macinatura e viene macinato senza aggiungere conservanti.
Dopodiché la polvere viene portata in magazzino pronta per essere confezionata in bustina da 50/500 gr.
.... E i semi?
E ai semi viene fatto un trattamento batteriologico per disinfettarli e per evitare che
prenda malattie durante la vegetazione in campo... si, perché da questi semi nasceranno le piantine di peperone per la campagna 2013..
PRONTI PER LA PRODUZIONE DEL PEPERONE CRUSCO 2013...
I peperoni vengono sfilati dalle famose "inserte".
Viene tagliata la punta e il gambo e tagliati lateralmente per eliminare tutti i semi .
I peperoni vengono portati nell' opificio addetto alla macinatura e viene macinato senza aggiungere conservanti.
Dopodiché la polvere viene portata in magazzino pronta per essere confezionata in bustina da 50/500 gr.
.... E i semi?
E ai semi viene fatto un trattamento batteriologico per disinfettarli e per evitare che
prenda malattie durante la vegetazione in campo... si, perché da questi semi nasceranno le piantine di peperone per la campagna 2013..
PRONTI PER LA PRODUZIONE DEL PEPERONE CRUSCO 2013...
martedì 21 maggio 2013
Torta di cioccolato con peperoncino
Il magnifico sapore del cioccolato e quel pizzico di piccante del peperoncino, regalano a questa
insolita torta, un sapore unico! PROVARE PER CREDERE... :)
Ingredienti:
300 gr. di cioccolato fondente in tavoletta
130 gr. di burro
150 gr. di zucchero semolato
6 uova
1/2 cucchiaino di peperoncino in
polvere
1 cucchiaino di cacao amaro
1 pizzico di sale
Fonte: http://blog.giallozafferano.it/silvanaincucina/
Ingredienti:
300 gr. di cioccolato fondente in tavoletta
130 gr. di burro
150 gr. di zucchero semolato
6 uova
1/2 cucchiaino di peperoncino in
polvere
1 cucchiaino di cacao amaro
1 pizzico di sale
Procedimento:
Sgusciare le uova dividendo i tuorli dagli albumi.
Accendere il forno statico a 180°
In una ciotola montare a crema i tuorli con lo zucchero.
In un’altra ciotola montare a neve, con il sale, gli albumi.
In un pentolino con poca acqua calda, mettervi un’altro
pentolino all’interno con il cioccolato spezzettato, a fondere mescolando di
tanto in tanto finchè è ben sciolto.
Nel Micro o in un’altro pentolino, fondere anche il burro.
Unire il cioccolato fuso ed il burro alla crema di uova,
mescolare bene con energia, poi unire il peperoncino ed infine gli albumi a
neve, mescolando con delicatezza per non smontarli.
Versare l’impasto in uno stampo unto e infarinato ( io ho
usato uno stampo da plumcake di silicone)
e infornare per 40′ a 180°, poi
trascorso questo tempo abbassare la temperatura a 120° e cuocere per altri 50′.
A cottura lasciare raffreddare, sformare e cospargere la
torta con il cacao amaro da un setaccino.
Servire con ciuffi di panna
montata.
Gnocchetti di patate con broccoli, cruschi e semi di zucca
Ricetta della gentilissima Jo .
Ingredienti:
1 kg
di chicche
2 porri piccoli
400 g
broccoli
6 peperoni cruschi
30 g
semi di zucca
20 g
capperi al sale
1 cucchiaio di 'nduja
olio evo
Ingredienti:
2 porri piccoli
6 peperoni cruschi
1 cucchiaio di 'nduja
olio evo
Procedimento:
Pulisco i broccoli, li lavo e li divido in cimette che
scotto in acqua bollente salata per circa 10'.
Li scolo e li trito grossolanamente.
Prendo un padellino e tosto i semi di zucca facendo
attenzione a non bruciarli.
In un piccolo cutter trito i cruschi e i semi di zucca.
Pulisco i porri eliminando le foglie esterne e un po' della
parte verde, li affetto poi li metto a rosolare in una grande padella con la
'nduja e un filo di olio.
Metto i capperi dissalati e tritati.
Aggiungo i broccoli e li lascio insaporire una decina di
minuti bagnandoli con un po' della loro acqua di cottura.
Scaldo l'acqua salata per cuocere gli gnocchi e li lesso
scolandoli appena vengono a galla.
Li metto direttamente nella padella col sugo, aggiungo un
po' della loro acqua di cottura per amalgamare bene il condimento poi li
porziono nei piatti spolverandoli con il trito aromatico.
A parte metto in tavola del formaggio grattugiato.
martedì 14 maggio 2013
Torta di zucchine e peperoni cruschi
E vi propongo una nuova ricetta molto semplice e veloce della gentilissima Donatella:
Torta di zucchine e peperoni cruschi
Ingredienti:
10 zucchine novelle
3 peperoni cruschi bio
2 uova bio
2
cucchiai di parmigiano grattugiato
1
cucchiaio di olio evo
1
cucchiaio di trito di prezzemolo, menta, basilico
Sale e pepe
Procedimento:
Accendere il forno
a 180°.
Tagliare le
zucchine a julienne (o tritarle grossolanamente nel mixer) e i peperoni cruschi
a pezzetti con le mani. In una ciotola amalgamare tutti gli ingredienti , versare il composto ottenuto in uno stampo a cerniera Ø 20 foderato con carta forno e cuocere per mezz’ora .
Cornetti salati di peperoni cruschi...
E poi navigando alla ricerca di una nuova ricetta incontri nuove persone, tipo Valentina, davvero simpatica e tra l'altro lucana come me.... che ci propone una ricetta deliziosa, molto semplice ma gustosissima:
ed eccoli, appena sfornati!!!
Fonte:http://22yearsofmode.blogspot.fr/
I CORNETTI SALATI.... velocissimi da preparare, naturalmente
se si utilizza la pasta sfoglia pronta fresca. Infatti possono essere consumati
sia come aperitivo sfizioso, ma anche snack salato o addirittura per una cena
diversa, con tutti i ripieni che si vogliono, vegetariani o con salumi di ogni
tipo...a piacere!
Ingredienti
- 1 confezione di pasta sfoglia fresca rotonda
- scamorza a pezzettini
- mortadella a pezzettini
- olive nere
Preparazione
E' semplicissimo e soprattutto ci si può mettere dentro
qualsiasi cosa, l'importante è non riempirli troppo altrimenti si bucano.
Naturalmente se fate voi la pasta sfoglia verranno più buoni
e potrete anche congelarli con il ripieno e cuocerli quando volete.
Iniziate tagliando la sfoglia in 2 metà e ricavate 8
triangoli e praticate una piccola incisione al centro della base di ogni
triangolo e allargatela leggermente.
Inserite il ripieno, non troppo alla base, io ho messo dei
dadini di scamorza, delle olivette nere sgusciate ed alcuni li ho fatti con
dadini di mortadella, spolverando il tutto con delle scagliette di peperoni
cruschi!io li adoro!!
Arrotolateli a mo' di cornettini ed infornate per 20 minuti
a 180°!!
Fonte:http://22yearsofmode.blogspot.fr/
venerdì 10 maggio 2013
Riso con rape, baccalà e peperoni cruschi
1 mazzo di cime di
rapa;
uno spicchio di aglio
rosso;
olio extravergine di
oliva q.b.;
olio di semi q.b.;
1 sedano;
1 carota;
1 cipolla;
pepe bianco q.b.;
Procedimento:
Mettete sul fuoco una pentola capiente in cui riporrete la
carota, la cipolla ed il sedano, riempendola con due litri d’acqua in modo da
avere un brodo con cui cuoceremo il riso.
Appena verrà ad ebollizione posto in un colino o uno
scolapasta appoggiate il baccalà in acqua per 3 minuti, poi scolatelo e
pulitelo dalle lische e dalla pelle che utilizzeremo nel riso.
La polpa, invece, la terrete da parte per mantecare il
risotto. In una casseruola stretta e alta mettete un filo di olio e rosolate lo
spicchio di aglio, appena dorato eliminatelo e versate il riso facendolo
tostare.
Continuate a girarlo a fiamma medio bassa fin quando
toccando i chicchi saranno ben caldi, a questo punto versate un mestolo di
brodo e alzate la fiamma; quando sobbolle bene aggiungete altro brodo fino a
coprire il riso per un centimetro abbondante e fate cuocere per 9 minuti aggiungendo una presa di sale grosso.
Rimestate di tanto in tanto stando attenti che non si
secchi, nel caso aggiungere altro brodo, trascorsi i dieci minuti aggiungete le
foglie di rape tritate finemente e le cimette intere e continuate la cottura
per altri 4 minuti, poi spegnete il fuoco.
Il riso non deve essere troppo asciutto, aggiungete il
baccalà, 3 cucchiai di olio extravergine, una macinata di pepe bianco e fate
riposare per due minuti. Nel frattempo friggete in olio di semi i filetti di
peperoni cruschi per pochi secondi e poi scolateli, devono essere rossi e
croccanti.
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